Per definizione l’autogiro è un velivolo dotato di rotore che girando liberamente genera portanza. Molti velivoli hanno usato la rotazione libera del rotore per ottenere prestazioni non altrimenti ottenibili con un elicottero puro. Il sostentamento dell'autogiro avviene in regime di autotrazione: il flusso d'aria generato dall'avanzamento del mezzo investe il disco rotore, attraversandolo dal basso verso l'alto.  
Il 23 Gennaio 1923 è la data del primo volo in autogiro ufficialmente osservato. L'autogiro nasce infatti agli albori dell'aviazione, per opera del suo inventore, il pilota spagnolo Juan de la Cierva.
I primi esperimenti non ebbero molto successo in quanto il velivolo si dimostrò poco stabile, di difficile controllo e con frequenti rotture alle pale. Uno dei problemi più frequenti ed insidiosi che affliggeva i piloti era lo stallo a bassa quota in fase di decollo o atterraggio.  
A differenza di un elicottero, l’autogiro non può mantenere una condizione di volo stazionario continuativa, questo proprio a causa della mancanza sul rotore di un organo di trasmissione della potenza. Infatti, al diminuire della velocità di volo, assumendo degli assetti cabrati, il flusso d’aria che alimenta il rotore va a diminuire, provocando una riduzione lenta ed uniforme dei giri del rotore, e quindi della portanza generata.