Il 23 Gennaio 1923 è la data del primo volo in autogiro ufficialmente osservato. L'autogiro nasce infatti agli albori dell'aviazione, per opera del suo inventore, il pilota spagnolo Juan de la Cierva.
I primi esperimenti non ebbero molto successo in quanto il velivolo si dimostrò poco stabile, di difficile controllo e con frequenti rotture alle pale. Uno dei problemi più frequenti ed insidiosi che affliggeva i piloti era lo stallo a bassa quota in fase di decollo o atterraggio.
Dopo l'ennesimo incidente mortale, in cui perse la vita uno dei suoi migliori amici, la Cierva si prodigò per trovare una soluzione al problema. La difficoltà che gli si presentò fu quella di creare una configurazione che assicurasse la portanza all'aereo anche in quelle situazioni in cui normalmente avveniva lo stallo.
Il problema fu individuato nella differenza di portanza che si generava tra la pala avanzante e quella retrocedente. Fu allora aggiunto un movimento alle pale denominato "flappeggio" che permetteva di eguagliare tale differenza.
L'idea di Juan de la Cierva fu molto rivoluzionaria e originale. Egli applicò al suo aereo un sistema costituito da un rotore a tre pale il cui movimento era indipendente e automaticamente generato dal flusso di aria che lo attraversava: il rotore era cioè in autorotazione (da qui il nome autogiro).
Il primo autogiro fu così pronto a dimostrare tutte le sue virtù impressionando per le sue performance e manovrabilità.
Ritroviamo poi l'autogiro come protagonista su alcuni u-boat tedeschi nella seconda guerra mondiale. In questo caso un autogiro, privo di motore, era trainato con un cavo dal sottomarino. Il pilota aveva così una visuale tale che gli permetteva di avvistare in lontananza le unità nemiche.
L'interesse per l'autogiro trova vigore tra gli appassionati di aviazione e autocostruttori negli anni 50 grazie a Igor Bensen che ideò una macchina con un rotore bipala dalla costruzione semplice ed economica. Nei giorni nostri sono disponibili sul mercato diversi modelli di autogiro e molti dei quali si basano ancora sul progetto di Bensen. In Italia l'autogiro ha avuto una storia poco felice. Alcuni incidenti, avvenuti anni orsono, dall'esito fatale ne hanno dato un immagine di macchina pericolosa e scorbutica. Tale cattiva fama si è protratta per molto tempo condizionandone la diffusione tra gli appassionati di volo.
Oggi finalmente disponendo di macchine migliori, di una istruzione rigorosa e di una maggiore diffusione dell'informazione, anche i piloti italiani si stanno accorgendo delle enormi potenzialità e soddisfazioni che l'autogiro può offrire.