Itxassou vuole darci un'altra possibilità dopo trentasei ore di fermo forzato. Il tempo sembra buono, ma non per molto, abbiamo giusto il tempo di smontare la tenda, sistemare le cose e neanche questo, visto che decidiamo di lasciare persino i materassini superstiti (quelli sopravvissuti a Franco): sgonfiarli richiederebbe preziosi minuti.

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La Spagna è al di là di quelle montagne, sappiamo che dall'altra parte c'è buon tempo, ma dobbiamo comunque ancora arrivarci.

Si decolla ed una volta per aria siamo a "quota nuvole", non possiamo finirci dentro, vanno nella stessa direzione dove dovremmo andare noi, la visibilità è ancora buona ma ci teniamo comunque in contatto radio. La solita corsa contro il tempo, ma ce la facciamo. Immediatamente dopo aver superato quel muro di nuvole c'è la Spagna e anche l'estate! Dopo tutta quell'acqua e tutto quel freddo pensiamo che "l'estate" sia una leggenda metropolitana.
La prossima pista è una della forestale, dove fanno base un elicottero antincendio ed un gruppo di volontari.    Il pilota, Jose Luis, e tutti gli altri ci accolgono molto calorosamente, e noi intanto gli abbiamo “movimentato” la giornata (niente incendi = noia mortale).
Javier, il meccanico, procura delle taniche ed accompagna Luis al più vicino rifornimento. Adesso Luis si può dire è a casa sua, anche meglio che in Inghilterra (la sua lingua madre è lo spagnolo). Scambiati foto, ricordi e utilissime informazioni si riparte in direzione della pista di Leòn.

Qui è in atto il campionato nazionale di aeromodelli acrobatici ed è tutto una grande festa che dura da diversi giorni e finirà ancora tra qualche altro. Il direttore di gara deve momentaneamente interrompere le prove per farci atterrare (quale onore). Sono molto contenti del nostro arrivo perchè sono in fase di omologazione ed espansione della loro pista e qualche foto e qualche racconto su internet gli fa comodo. Il posto è veramente bello ed il gestore ci invita a restare con loro per le mangiate serali e festini, ma non possiamo. Al bar di questa pista c'è una targhetta che dice: “HACE UN DIA PRECIOSO,VERAS COMO VIENE ALGUNO Y LO JODE”.
Ossia : “è una giornata bellissima, vedrai come viene qualcuno e la frega” (siamo forse noi quel qualcuno?)
Parlando con dei piloti, ci dicono che c'erano stati altri piloti siciliani dalla loro parte, sicuramente si è trattato di Gianni Marano ed altri con i quali non siamo riusciti ad incontrarci prima.
Questa volta partiamo verso il Portogallo, il primo posto dove poggiamo le ruote è la pista di Mirandela, proviamo a contattarli via radio, ma siamo sintonizzati sulla frequenza sbagliata. Dopo esser atterrati scopriamo che c'è in corso una delle prove di campionato mondiale di parapendio (ma allora è vero che stiamo rompendo a tanta gente). Ci accompagnano al rifornimento e rabbocchiamo, tra la curiosità di tante persone, tante domande e tante foto e vele in fase di ripiegamento, partiamo per la destinazione finale della giornata:Santa Cruz.

Sappiamo di dover fare ancora quasi 300 km e stavolta abbiamo vento a favore e voliamo con punte di 170 km\h e sono già le 19. Non abbiamo considerato una cosa importante, man mano che scendiamo di latitudine, le giornate si accorciano sensibilmente e noi siamo abituati a tramonti che non arrivano mai....
Il sole comincia ad abbassarsi e noi siamo ancora lontani dalla meta, nutriamo la speranza di arrivare prima che sia buio, ma questa volta...
Non so se qualcuno di voi ha visto il film “Dracula”, quando nelle scene finali c'è la corsa contro il tramonto, bene credo che il regista si sia ispirato a noi!
Il Gps indicava una pista nelle vicinanze, il campo Tomar, però non sapevamo se era agibile o meno. Tempo stimato all'arrivo 10 minuti. E se come in altri casi la pista fosse inesistente, o se, oppure se... tutte pippe! Dovevamo agire e non pensare. Inutile dire che dopo quel giorno abbiamo giurato mai più!

La pista c'era, atterrati scopriamo che non c'era nessuno, niente carburante, niente letto, niente di niente. C'era soltanto la festa del paese,li accanto alla pista.
Mentre cercavamo di telefonare ai gestori del campo (i numeri erano stampati all'ingresso della club house) si avvicina un signore sorridente che si è presentato con il nome di Fernando Gomez, un pilota locale, il quale non solo ci ha fornito l'hangaraggio per i mezzi, ma ci troverà una sistemazione in albergo e un ristorante "siciliano" dove si è mangiato davvero bene. Se avessimo organizzato il tutto, non sarebbe mai riuscito così bene.
Siamo stanchi e andiamo a dormire, oggi siamo stati molto fortunati. C'è qualcuno lassù che ci protegge.

Claudio Italiano

+39 340 273 0115

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